Buio in italiano
Come breve nota sull’uso, la parola colore spesso viene dopo il sostantivo che sta descrivendo. Quindi “il gatto rosso” è il gatto rosso. Se volete dire “il gatto rosso chiaro”, la parola luce viene alla fine, quindi il gatto rosso chiaro. Un’eccezione è il blu chiaro, che ha la sua parola che potete vedere sotto. E infine, la parola colore deve concordare con il genere del sostantivo, quindi con un sostantivo femminile come macchina, o “macchina”, verrebbe descritta come la macchina rossa invece che la macchina rossa. Con questo in mente, ecco alcuni colori in italiano per iniziare!
Nota: Le versioni dei colori qui sopra sono tutte nella loro forma singolare, maschile. Ma a seconda del sostantivo che il colore sta descrivendo, alcuni dei colori cambieranno. Rosso, per esempio, è rosso al singolare, maschile; rossa al singolare, femminile; rossi al maschile, plurale; e rosse al femminile plurale. La maggior parte dei colori che finiscono in -o seguono uno schema simile, mentre alcuni (come blu e arancione) non cambiano affatto. Quindi assicuratevi di essere consapevoli del sostantivo che state descrivendo quando usate parole di colore!
Cioccolato fondente in italiano
Chiaroscuro (inglese: /kiˌɑːrəˈsk(j)ʊəroʊ/ kee-AR-ə-SKOOR-oh, -SKURE-, italiano: [ˌkjaroˈskuːro]; in italiano “chiaro-scuro”), in arte, è l’uso di forti contrasti tra luce e buio, di solito contrasti audaci che riguardano un’intera composizione. È anche un termine tecnico usato da artisti e storici dell’arte per l’uso di contrasti di luce per ottenere un senso di volume nella modellazione di oggetti e figure tridimensionali.[1] Effetti simili nel cinema, e nella fotografia in bianco e nero e a bassa tonalità, sono anche chiamati chiaroscuro.
Altri usi specializzati del termine includono la xilografia a chiaroscuro per le xilografie colorate stampate con blocchi diversi, ciascuno con un inchiostro di colore diverso; e il disegno a chiaroscuro per i disegni su carta colorata in un mezzo scuro con evidenziazione bianca.
Il chiaroscuro è uno dei modi di pittura canonici del Rinascimento (insieme a cangiante, sfumato e unione) (vedi anche arte rinascimentale). Gli artisti noti per aver utilizzato la tecnica includono Leonardo da Vinci, Caravaggio[2] Rembrandt,[3][4] Vermeer[5] e Goya.[6]
Nero in italiano
L’estate del 1609 segna l’inizio della rivoluzionaria esplorazione telescopica dei cieli che portò alle sensazionali scoperte di Galileo Galilei (1564-1642): la superficie della Luna appariva solcata da montagne e valli come quella della Terra; le costellazioni mostravano una moltitudine di stelle invisibili a occhio nudo; Giove era circondato da satelliti (chiamati da Galileo le Stelle Medicee); Venere mostrava
colore di fondo da grigio-bluastro a marrone chiaro sul dorso e sui fianchi, con numerose macchie marrone scuro sul lato dorsale della testa, sulle coperture delle branchie, sulle guance, sulle porzioni muscolari delle pinne pettorali e sul tronco; colorazione ventrale del corpo più chiara; barre verticali irregolari a sella più scure su dorso, testa e nuca possono essere visibili, ma mai sotto
di macchie blu chiaro sulla membrana interradiale (basalmente più grandi), e pochi punti neri anteriormente e basalmente; può essere presente uno stretto margine scuro, bordato di arancione; pinna caudale con raggi da grigio scuro a nerastri e membrana interradiale blu chiaro; pinna anale ialina; pinne pettorali da marrone chiaro a bluastre con serie di punti marrone più scuro lungo i raggi; pinne pelviche marrone chiaro, prossimalmente più scuro
Parola italiana per notte
In Italia, secondo una tradizione che risale a Raczynski (1846), il nome di Francisco de Hollanda è legato indissolubilmente – anche tra gli specialisti – ai Dialoghi romani con Michelangelo, di cui esistono almeno quattro diverse edizioni in lingua italiana, la prima apparsa nel 1926; e nonostante si sappia che i Dialoghi rappresentano un solo capitolo
L’estate del 1609 segna l’inizio della rivoluzionaria esplorazione telescopica dei cieli che portò alle sensazionali scoperte di Galileo Galilei (1564-1642): la superficie della Luna appariva solcata da montagne e valli come quella della Terra; le costellazioni mostravano una moltitudine di stelle invisibili a occhio nudo; Giove era circondato da satelliti (chiamati Mediceo
germogliava fiori direttamente dalla sua corteccia e ci regalava rigogliosi rami verdi; e infine il risveglio mattutino, con il passare della notte, dall’oscurità alla luce di un punto casuale del giardino, anch’esso ravvivato dalle piante e dai segni della costanza quotidiana: questi sono gli incontri e le presenze all’interno dello spazio buio della villa.